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Iscritti all'Albo dei Dottori Commercialisti: nel 2019 continua a rallentare il trend di crescita ma dal 2008 è +10,5%

Mercoledì 02/12/2020

a cura di Dott. Gianmaria Vianova


Continua a rallentare la crescita nel numero degli iscritti all'Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. A comunicarlo è il Rapporto 2020 redatto dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e dalla Fondazione Nazionale Commercialisti. Nel corso del 2019 infatti gli iscritti all'Albo sono aumentati dello 0,1%, una crescita inferiore a quella registrata nel 2018 (0,3%) che conferma un trend negativo persistente dal 2015. La crescita degli iscritti nel 2017 fu dello 0,4%, nel 2016 dello 0,5% e nel 2015 dell'1%. In termini assoluti si tratta di 136 iscritti in più nel 2019, mentre nel 2018 l'aumento fu di 306 unità.

La dinamica riportata a livello nazionale si sostanzia in numeri ben differenziati guardando alle regioni. Sono sette quelle che hanno registrato un decremento (Valle d'Aosta -1,6%, Sicilia -1,2%, Puglia -1%, Liguria -0,6%, Piemonte -0,5%, Calabria -0,4% e Abruzzo -0,2%). Le altre tredici regioni hanno sostenuto il saldo, portandolo così leggermente in positivo. Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Molise si sono rivelate stabili, mentre le restanti dieci hanno registrato aumenti netti di iscritti, a partire dal +2% del Trentino-Alto Adige e dal +1,1% della Lombardia e da un aumento più contenuto delle altre (Emilia-Romagna +0,6%, Veneto +0,6%, Marche +0,4%, Umbria +0,3%, Toscana +0,3%, Basilicata +0,2%, Campania +0,1%, Sardegna +0,1%). A sostenere il saldo assoluto sono chiaramente le regioni che possono vantare un più alto numero di iscritti: la Lombardia nel 2019 ha registrato 220 iscritti in più, l'Emilia-Romagna 53 in più e il Veneto 51. In contrazione di 101 unità la Sicilia, di 98 unità la Puglia e di 30 unità il Piemonte.

Se è vero che il trend degli iscritti punta verso il basso, con una decelerazione della crescita del numero, l'andamento dell'ultimo decennio risulta essere stato comunque fortemente positivo. Il Rapporto 2020 sottolinea come nel periodo 2008-2020 la crescita degli iscritti si è attestata a +10,5%, dove il Nord-est l'ha fatta da padrone con un forte +22,2%. Al contrario le Isole si sono fermate ad un +4,6%. Il Nord-ovest ha registrato un +8,5%, il Centro un +10,7% e il Sud complessivamente un +7,0%. La crescita letta in termini assoluti da registrare +11.276 iscritti: 5.943 al Nord, 2.471 al Centro e 2.862 al Sud. La classifica di lungo periodo vede in testa il Trentino-Alto Adige con un +33% di iscritti, seguita dall'Emilia-Romagna con +30,3%, dal Molise con +23,7% e dalla Sardegna con +24,7%. Le uniche regioni ad aver registrato un calo negli iscritti sono state la Liguria con -7,1% e la Basilicata con -1% tra il 2020 e il 2008.

In base ai dati aggiornati a inizio 2020, il Rapporto sottolinea come la componente femminile degli iscritti all'Albo abbia raggiunto il 33,1%, una quota in aumento dello 0,3% rispetto al 2018. Gli iscritti sotto i 40 anni di età si fermano invece al 14,2%, in netta diminuzione rispetto al 2018 (-4,2%), gli iscritti nella classe tra i 41 e i 60 anni passano dal 64,7% al 65,8%, gli ultrasessantenni dal 16,9% al 20%.

Il Rapporto poi passa in rassegna il rapporto tra iscritti e territorio, o meglio la densità di iscritti ogni dieci chilometri quadrati. In questa sezione a primeggiare è la Campania, con i suoi 10,4 iscritti ogni 10 chilometri quadrati, seguita dalla Lombardia con 8,3, dal Lazio con 8, dalla Puglia con 5,1, dal Veneto con 4,5 e dall'Emilia-Romagna con 3,8. Ultime la Valle d'Aosta con 0,6, la Sardegna con 0,8 e la Basilicata con 0,9. Rapportando invece il numero degli iscritti con la popolazione della regione a primeggiare è la Puglia (un iscritto ogni 404 abitanti), seguita dalla Campania (uno ogni 507), dall'Abruzzo (uno ogni 409) e dalla Calabria (uno ogni 449). La Lombardia, prima in termini assoluti, si ferma a un iscritto ogni 506 abitanti mentre tra le regioni in cui vi sono meno iscritti per abitanti ritroviamo la Sardegna (uno ogni 801) e il Trentino-Alto Adige (uno ogni 735).
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Fotografia Gabriele Capra